sabato 20 luglio 2013

Tribunale di Lucera, in Consiglio polemica con la Regione. Rispunta la voglia di Molise?

Momenti di discussione in aula consiliare
di Costantino Montuori

Il 16 luglio, in Consiglio regionale, è stato approvato un ordine del giorno per chiedere una proroga al Consiglio dei Ministri e al Ministero della Giustizia contro la chiusura delle sedi giudiziarie distaccate pugliesi fissato entro il 13 settembre 2013. Un fiume in piena, Francesco Di Battista, nel Consiglio Comunale di venerdì scorso.

Mi vergogno di essere pugliese! Si dimentica l’unico Tribunale vero soppresso in Puglia. È gravissimo, sembra quasi che Lucera non faccia nemmeno parte della Capitanata, ricordate la manifestazione per il passaggio in Molise? Lì, forse, avremmo maggior rispetto

Vorrei capire, dal consigliere regionale Giuseppe Pica, perché la nostra città non è stata citata nel provvedimento regionale” il tenore dell’appello-suggerimento venuto dall’esponente finiano.

“Si poteva fare un riferimento al nostro Tribunale ma l’obiettivo dell’ordine del giorno riguardava solo le sedi di giustizia decentrate” ha osservato Pica.

“Sulla disponibilità dei locali comunali per il Tribunale ritorneremo in Consiglio. Entro Ferragosto dovremmo conoscere le sorti del nostro Palazzo di Giustizia tenendo conto dei tempi osservati lo scorso anno” ha chiarito il primo cittadino Pasquale Dotoli.

I consiglieri dell’Ente Regione, proponenti e firmatari dell’odg approvato in settimana, hanno invitato “l’intero Consiglio regionale a farsi promotore di un’iniziativa per chiedere una proroga dei termini del decreto legislativo in parola presso il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro della Giustizia, contro l’illogica e dannosa chiusura indiscriminata delle sezioni distaccate dei Tribunali di che trattasi, prevista per il 13 settembre 2013 al fine di consentire al legislatore nazionale una riforma meglio ponderata della geografia giudiziaria italiana”. Nessun cenno evidente, dunque, alla sede giudiziaria lucerina. Non c’è stato prima, non c’è ora.

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