Lo scrittore e giornalista Sayed Kashua |
di Costantino Montuori
Sayed Kashua, trentottenne scrittore e giornalista arabo-israeliano, con la sua ultima fatica letteraria, ‘Due in uno’, ha tagliato il nastro inaugurale all’undicesima edizione del Festival della Letteratura Mediterranea sul tema ‘L’ironia, una cosa seria’.
Mercoledì sera, tra le architetture avvolgenti di largo Granata, Kashua si è confrontato con un pubblico attento e numeroso. Lo ha fatto quasi rivolgendosi ad una sorta di proprio alter ego: un avvocato di Gerusalemme est con un amore nascente la letteratura. È il protagonista del racconto di cui l’autore ha parlato a tutto tondo con l’ausilio di una capace traduttrice.
La serata si è aperta con l’introduzione di Marco Barbaro, presidente dell’associazione ‘Mediterraneo è Cultura’. “Chiunque voglia fare cultura, qui, impiega il triplo della fatica. A volte non si esce neppure fuori dai confini provinciali. Eppure Lucera aspetta solo di essere valorizzata” ha asserito Barbaro.
Berenice Di Matto, in rappresentanza del direttivo associativo, ha ricordato l’adesione del Festival lucerino alla campagna ‘Posto Occupato’ contro i femminicidi e la violenza sulle donne; ma anche l’iniziativa ‘Facce da Festival’ che, ogni sera, consente agli spettatori di regalarsi una fotografia personalizzata.
L’Assessore regionale alla Cultura e al Turismo Silvia Godelli ha spiegato il perché della sua presenza nella città federiciana spendendo parole di elogio all’indirizzo degli organizzatori e invitandoli a non mollare la presa.
Il Festival propone anche una mostra fotografica a Palazzo D’Auria Secondo, in piazza Oberdan, la proiezione di immagini tridimensionali sulla facciata del Castello Svevo-Angioino, prevista sabato sera, e la festa di chiusura in programma domenica in piazza San Leonardo. Cinque giorni per un caleidoscopio di appuntamenti da vedere e, soprattutto, da vivere.
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