lunedì 10 giugno 2013

Blitz sul rame rubato e ricettato: le dichiarazioni di Seccia, Carabinieri, GdF



di Costantino Montuori

“Non è un’operazione qualunque perché scala i gradini nell’occultamento del rame”. Pensieri e parole del dottor Domenico Seccia, Procuratore Capo di Lucera, che così ha chiosato gli esiti del blitz Oro Rosso’ contro i furti e la ricettazione dei cavi in rame. Sgominata quella che è stata ritenuta una organizzazione attiva nei territori della Daunia e di Napoli. Sette, alla fine, gli arresti. Cinque le ordinanze di custodia cautelare in carcere, due quelle ai domiciliari, disposte dal GIP lucerino e rese note durante la conferenza stampa di lunedì mattina 10 giugno, al secondo piano del Palazzo di Giustizia, in piazza Tribunali.  Oltre 40 le tonnellate di rame, per un valore di mercato di 200.000 euro, al centro della strategia investigativa portata avanti con l’apporto dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Le Fiamme Gialle, nello specifico, hanno condotto accertamenti sul piano tecnico-contabile per identificare il presunto percorso criminale. “Mi piace ricordare l’opera meritoria del Prefetto di Foggia” ha rimarcato Seccia pensando alla battaglia intrapresa dal rappresentante di Governo sul territorio.

“L’operazione è stata condotta in modo sinergico: era necessario operare indagini a più ampio profilo. Speriamo di poter ridurre, così, i reati in materia”, ha commentato il Colonnello Antonio Basilicata, Comandante provinciale dell’Arma.

“Con un lavoro quotidiano sono stati ricostruiti i flussi economici dell’attività, i meccanismi di frode e il tracciamento degli snodi logistici” hanno evidenziato gli ufficiali della GdF. Uno degli accusati avrebbe dichiarato guadagni annui pari ad 80.000 euro, benché il suo giro di affari, secondo i Finanzieri, sarebbe stato di molto superiore.

Il sentore è che, l’iniziativa indagativa dei magistrati e degli inquirenti di casa nostra, potrebbe condurre a nuovi sviluppi. E forse anche a breve.

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