Il pinnacolo della Cattedrale |
di Costantino Montuori
C’erano tutti: amministratori, politici, esponenti di partito, dipendenti comunali e tanta gente comune. Si sono stretti in un solo abbraccio per dare l’ultimo saluto a Carlo Di Matto, già Assessore e consigliere comunale nelle Giunte Melillo e Labbate, scomparso il 25 giugno a 62 anni.
La Cattedrale di Lucera che, ieri mattina, ne ha ospitato le esequie si è gremita all’istante. Molti quelli che non sono voluti mancare al momento di commiato con un protagonista della politica attiva degli ultimi decenni.
Era una persona gioviale, attenta, a modo, preparata. I suoi interventi, in Consiglio Comunale, spesso facevano tremar le vene e i polsi degli avversari e, quando era il caso, dei colleghi di coalizione.
Aveva sempre la risposta pronta Carlo, sapeva dosare le esternazioni, senza risultare mai pedante o pedissequo. Anzi, la sua originalità espressiva era frutto di una chiara visione della politica e dell’attività amministrativa, che ha saputo incarnare nel tempo.
Abbiamo raccolto, attraverso il social medium Facebook, un toccante pensiero che l’ex Vice Sindaco e più volte Assessore Franco Calabria gli ha dedicato in queste ore. Ve lo proponiamo perché, più e meglio di tutti, realizza la sintesi sul pensiero e sulle azioni di Carlo Di Matto. Aeternum vale, Carlo!
“Oggi (ieri, ndr) ho trascorso una giornata negativa. Ho partecipato ai funerali del mio caro amico Carletto Di Matto. Un’amicizia atavica, circa 50 anni. Una amicizia durante la quale abbiamo trascorso insieme momenti belli e momenti meno belli. Ricordo le nostre prime avventure, i nostri primi viaggi in particolare quello di Rimini, le nostre ingenuità, le incazzature, la politica lui di sinistra io di destra, le polemiche, la sua pragmaticità, le furbate, la sua testardaggine e decisionalità e quando decideva di fare una cosa era quella a torto o a ragione andava avanti, insomma non si possono dimenticare circa 50 anni di amicizia. Alla fine della messa volevo prendere la parola per ringraziare pubblicamente Carletto per l’amicizia che mi ha riservato e per i suoi saggi consigli che mi dato in alcuni miei momenti particolari della mia vita, ma non c’è l’ho fatta. Non c è l’ho fatta perché mi tremava il cuore, il mio continuo singhiozzare di pianto, di dolore me l’ha impedito. Peccato. Caro Carlo ti sono stato vicino in questi ultimi tuoi giorni, ero sicuro che ce l’avresti fatta, mi incazzavo quando non volevi vedere nessuno perché soffrivi tantissimo. Ora tu hai raggiunto la tua pace mentre io non riesco ancora accettare questo passaggio bellissimo all’altro mondo. Mi mancherà la tua amicizia. Pregherò per te. Ad maiora Carletto”. (Francesco Paolo Calabria)
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