Treno che collega su rotaia Lucera a Foggia e da qui al resto |
di Costantino Montuori
Da qualche giorno a questa parte, su Facebook il social medium principe, gira un sondaggio virale (nel senso buono) con cui si chiede ai Lucerini, specie ai più giovani, di stabilire la loro preferenza su un punto nodale. Lucera 2.0, il movimento nato per la partecipazione civica e le progettualità racchiuse nel corpo sociale cittadino, ha proposto un quesito tranchant con due opzioni secche: “Restare, resistere, provare a cambiare le cose” oppure “Emigrare”.
Adesso come adesso sono avanti quelli che si dichiarano disposti a non lasciare il suolo natìo, benché con un paio di incollature rispetto ai più scettici, se non pessimisti. Eppure siamo solo agli esordi. C’è tempo per maturare orientamenti e commenti sull’iniziativa internettiana, che segue attività analoghe, portate avanti proprio dal forum di via San Domenico.
Certo, i dati sulla disoccupazione sono disarmanti: al 20 settembre 2011, la forza-lavoro lucerina era pari a 13.248 unità, con 7.350 disoccupati nei vari settori e 5.898 occupati.
Dati, numeri, cifre e percentuali che, sia pur nella loro aridità, fotografano uno situazione storica da corto circuito rispetto al mercato del lavoro locale.
Segmentando i riscontri di un anno e mezzo fa si vede come, nel contesto lucerino e sino al 2011, l’occupazione tra i 15 e i 24 anni d’età, si sia attestata su un misero 7,9 per cento, salendo al 41,1 nella fascia tra i 25 e i 34 anni e passando al 49,2 tra i 35 e i 44 anni fino alla punta massima del 54,7 nella forbice anagrafica compreso tra i 45 e i 54 anni.
Si tratta di rilevazioni proposte un anno fa dall’Unione Sindacale di Base nel corso di un evento pubblico ospitato in piazza Duomo. Rifletterci non fa un soldo di danno, agire fa anche meglio.
Il viale aperto di fronte alla stazione ferroviaria lucerina |
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