venerdì 31 maggio 2013

Foggia e la Capitanata ricordano Luigi Pinto vittima della strage di Brescia


di Costantino Montuori

Oggi Foggia ricorda Luigi Pinto. Lo fa a trentanove anni della strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 a Brescia dove trovò la morte appena venticinquenne.
La Cgil di Capitanata e il Comune ne onorano la memoria con una giornata di riflessione condivisa. 
Intenso il programma che abbraccerà quasi l’intero arco del giorno. Alle 9.30, viale Luigi Pinto sarà scenario l’inaugurazione del monumento dedicato all’insegnante ed esponente sindacalista, ma anche a tutte le vittime dello stragismo. A seguire il reading  dal titolo: ‘Luigi, una storia semplice’ ispirato dalla collana ‘Quaderni di Strada’ edita dalla Federazione Lavoratori della Cultura presso la Cgil bresciana. 

Si prosegue, quindi, con un incontro nelle scuole foggiane e uno aperto alla cittadinanza, culminanti nella premiazione degli studenti che hanno preso parte al ‘Progetto Memoria’. 

A cesello la mostra fotografica ‘Siamo sempre dalla stessa parte’ di Gesmundo e Piemontese e la proiezione di ‘Scene di una strage’, il docufilm del regista Lucio Dell´Accio che interverrà di persona. 

Tra i partecipanti, su tutti, ; la famiglia Pinto, quindi, Domenico Pantaleo, segretario generale Flc Cgil; Manlio Milani per la ‘Casa della Memoria’ di Brescia; Mara De Felici, segretaria generale Cgil Foggia; Gianni Rotice, presidente Formedil Foggia; Gianni Mongelli, Sindaco di Foggia. E, ancora, per la sigla cigiellina: Paolo Peluso, segretario generale Flc Cgil di Puglia; Pierpaolo Begni, segretario generale Flc Cgil di Brescia; Loredana Olivieri e con lei Giovanni Tarantella, la prima segretaria generale Flc Cgil di Foggia e il secondo, segretario generale Fillea Cgil presso il capoluogo dauno. 

Luigi Pinto era iscritto al sindacato Cgil Scuola. Di famiglia proletaria, aveva lasciato la realtà d’origine subito dopo il diploma: fu operaio in uno zuccherificio, minatore in Sardegna, fino ai primi incarichi di insegnamento delle Applicazioni tecniche nella Scuola Media che lo portarono a Rovigo, poi a Ostiglia, infine a Siviano di Montisola, in provincia di Brescia. Spira dopo quattro giorni di agonia, il 1 giugno, in seguito alle ferite riportate. 
La sua città, la Capitanata e chi non dimentica sono chiamati a riattualizzarne la figura e, soprattutto, l’esempio. È un obbligo morale fuor di retorica.

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